LA COLOMBA E IL CORVO- una favola d’amore contro la discriminazione-

Le loro due specie erano come il giorno e la notte: condannate a non incontrarsi mai, o ne sarebbe scaturita una guerra”. Per mamme e bambini, una storia d’amore per San Valentino

(Favola de LO ZOO ARCOBALENO di Silvia Alonso -Edizioni Gelmini-, Premio letterario nazionale Città di Castello 2021, Sesto posto per la Narrativa)

Illustrazione: Giulia Carugo , da LO ZOO ARCOBALENO- Silvia Alonso, Edizioni Gelmini

C’erano una volta una colomba bianca e un corvo nero. O meglio: c’erano una volta una colomba talmente bianca da chiamarsi Bianca, e un corvo talmente nero da chiamarsi Neri.
Il mondo dei pennuti non abbonda molto in fantasia, così, quando nacque Bianca, il nome saltò fuori quasi da solo, dallo splendore abbagliante del suo piumaggio. Era del resto una scelta che omaggiava la benevolenza del cielo, che da tempo immemorabile aveva eletto la specie delle colombe a portavoce degli dei.

Foto Pixabay- Rothart


La stessa cosa accadde per il corvo Neri. A dispetto dei pregiudizi sul loro conto, per via del colore nero, i corvi sono sempre stati fieri del proprio piumaggio, tanto da farne un punto d’onore. La nascita di Neri fu dunque accolta come una vera benedizione da tutta la famiglia: le sue penne erano talmente brillanti da riuscire a riflettere il colore della notte, e durante le sere di luna piena ne rispecchiavano persino i luminosi raggi argentei. Il suo piccolo becco arcuato spiccava fiero tra gli occhi intensi cerchiati di giallo, e lo sguardo acuto era capace di scrutare anche tra le tenebre più fitte.

Foto Pixabay- Mabel Amber


Col passare degli anni, le virtù dei due uccelli si fecero sempre più sorprendenti, tanto da procurar loro grande fama. La grazia e la dolcezza di Bianca avevano reso il suo nome celebre tra le colombe, così come l’arguzia e l’intelligenza di Neri erano diventati leggenda nel mondo corvino.

Fu così che la fama di Neri giunse a Bianca, e quella di Bianca giunse a a Neri, accendendo la rispettiva curiosità, sebbene i due avessero l’assoluto divietò di incontrarsi. Sin dagli albori della storia, infatti, corvi e colombe si erano considerati nemici. Come il giorno e la notte, erano condannati a restare lontani, o ne sarebbe scaturita una guerra.

Il dissidio risaliva ai tempi del saggio Noé, che al termine del grande diluvio, scegliendo tra corvi e colombe, aveva per primo inviato un antenato di Neri a verificare se sulla terra esistesse qualche traccia di vita. Poiché il corvo era rientrato senza nessun indizio, fu per sempre associato all’immagine del malaugurio.
Le colombe si offesero dal fatto che i corvi fossero stati a loro preferiti in prima battuta, e li ritennero portatori di sciagura. I corvi invece, sapendo di essere innocenti, odiarono le colombe. Era solamente un malvagio pregiudizio quello che li affiancava alle streghe e alle creature oscure.


In una limpida giornata di primavera, Neri si pavoneggiava alto nel cielo, esercitandosi in acrobazie aeree cavalcando le correnti. Apriva fiero le grandi ali per planare tra le nuvole attraversandone il vapore. Volava talmente veloce che non si accorse di trovarsi sulla medesima rotta di un altro uccello, che in tutta tranquillità si stava godendo i raggi del sole.
Si trattava di Bianca. Era il giorno del suo compleanno e, come regalo per essere cresciuta in tanta bellezza, la sua famiglia le aveva concesso di poter finalmente volare da sola.


Appena lo sguardo di Neri si posò sulle candide piume di Bianca, tra i due giovani ucceli fu amore a prima vista. L’emozione di scoprire che esisteva un loro pari in bellezza, anche se con colori opposti, fu talmente fulminea che entrambi persero quota, travolti dalla sorpresa. Le loro ali vacillarono nel vuoto e per poco i due uccelli non caddero a terra; li salvarono i rami di un grande ulivo, che li accolsero nel loro generoso giaciglio.

Foto Pixabay- Kranich17


Fu così che Bianca e Neri s’incontrarono. Tra le fronde sparse e lo scompiglio del momento, riuscirono a malapena a parlarsi, timorosi di infrangere il divieto imposto dalle loro famiglie. Ebbero solo il tempo di domandarsi il nome a fil di voce, intrecciando le loro piume per qualche breve istante con una lieve carezza, consapevoli dell’impossibilità di rivedersi.
Da quel giorno, tutto cambiò nelle loro vite. Le rispettive giornate trascorrevano pallide, senza più gioia. L’arguzia svanì dallo sguardo di Neri, sostituita dalla malinconia, e il candore niveo di Bianca iniziò a farsi opaco, come annebbiato da un’ombra invisibile.


Neri e Bianca sembravano sprofondati in una specie di sonno, a tal punto che nelle loro famiglie s’insinuò il sospetto di essere vittime di un maleficio. Accadde così l’inevitabile: le colombe diedero la colpa ai corvi, e viceversa, fino a quando le due specie si dichiararono apertamente guerra.
Il dolore di Bianca e Neri per l’impossibilità di vivere i loro sentimenti divenne allora incontenibile, finché il mal d’amore si tramutò presto in una vera e propria malattia che li travolse, sprofondandoli in un sonno quasi incosciente.

In tale stato, protetti dagli sguardi altrui, riuscivano a incontrarsi nei loro sogni che li conducevano sul grande ulivo, proprio come avevano fatto nel breve istante del primo incontro.



Temendo che la vita dei loro figli fosse arrivata agli sgoccioli, i genitori di Bianca e Neri fecero tutto quello che era in loro potere per allontanare la malattia. Iniziarono con lunghi rituali di volo per propoziarsi la benevolenza delle nuvole, poi provarono con le veglie per implorare i poteri delle amiche aquile. Ma fu tutto inutile.

Foto Pixabay- Hans


Fu così che, all’apice della disperazione, venne loro in mente di invocare l’ultima entità che poteva ascoltarli, ed entrambe le famiglie si ritrovarono a pregare ai piedi del grande ulivo.
Il generoso albero era sempre stato alleato delle colombe, ma aveva ugualmente accolto tra suoi rami anche i corvi. Accogliere tutti senza dare ascolto ai malvagi pregiudizi era il grande potere dell’albero sacro.

Le famiglie di Bianca e Neri si trovarono così, l’una all’insaputa dell’altra, raccolte in preghiera. In quel momento, la sola differenza tra le due specie era il colore delle piume; in tutto il resto colombe e corvi sembravano uguali.

Che cosa poteva valere la guerra di fronte a tanto dolore? Aveva un senso continuare a odiarsi?
Le lacrime scorrevano copiose, bagnando le radici dell’ulivo, fino a quando formarono un piccolo ruscello da cui spuntò a sorpresa un fiore. Aveva piccoli petali bianchi e una grande corolla nera.
Nel guardarlo, i genitori di Bianca e Neri capirono.

L’odio tra le due specie era solo il frutto di un terribile equivoco: la loro alleanza, al contrario, avrebbe dato origine a nuove meraviglie.

Le due famiglie non riuscirono a fare altro che abbracciarsi pentite. Fu un abbraccio potente e salvifico. Neri e Bianca si riebbero, come per miracolo, e finalmente riuscirono a vivere il loro amore, che da quel giorno non fu più ostacolato.
Sebbene il colore delle loro penne fosse diverso, i loro due cuori batterono per sempre all’unisono.

(segue: LO ZOO ARCOBALENO, di Silvia Alonso, Edizioni Gelmini, favole da LEGGERE E DA ASCOLTARE (audio vocale con QR code) illustrazioni di Giulia Carugo , voce narrante Giorgia Bonora

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