Le enormi zucche arancioni, dalle cui cavità promana una luce surreale, proiettano la loro ombra sul muro antistante. Il tremolio delle candele si insinua silente nelle loro fessure, e ne riemerge con un ritmo cadenzato, doppiandone la risata. C’è qualcosa di inquietante che si nasconde dietro a quegli intagli innocenti. Qualcosa che va oltre le precise geometrie dei rispettivi occhi, nasi e bocche di creature immaginarie. Quegli sguardi a fessura, che sembrano volermi sfidare, non sono per nulla rassicuranti.
Sentendomi presa di mira, non posso fare a meno di sussultare.
… Nello stesso istante in cui mi lascio sfuggire un incontrollato “Mon Dieu” (versione monegasca del nostro “Sti cavoli”), un urlo da oltretomba sopraggiunge alle mie spalle, con unico beneficio dei miei capelli. Era un po’ che necessitavo il giusto tocco del parrucchiere, ma da buona mamma tuttofare non sono mai riuscita a trovare il tempo. Adesso invece, grazie all’intervento speciale del mio diavoletto, credo che abbiano preso il giusto aspetto. Sicuramente in tema con la ricorrenza: come se a tagliarli fosse stato Edward mani di forbice. Ho la sensazione di averli in piedi, ma siccome le linee punk non sono mai passate di moda, mi sento pienamente nel mood della serata. Il Rimmel leggermente sbavato sotto agli occhi, a effetto “panda- zombie”, fa da ciliegina sulla torta, un immancabile tocco dark che mi rende unica.
Risultato: sono riuscita a risparmiare sul trucco e parrucco, e ora sembro perfetta per la festa, appunto: conciata per le feste… Per quanto poi riguarda l’outfit, in genere adoro vestire di nero (essenziale, sobrio ed elegante, come diceva Coco Chanel), dunque si può dire che sono veramente impeccabile.
Mi giro di scatto per verificare chi sia passato all’assalto alle mie spalle, e scopro un mini Conte Dracula corredato di mantello rosso, gelatina sui capelli e persino dell’immancabile rivolo di sangue al lato del mento. In compagnia di una nuova amichetta: una Vampirina da manuale, con i codini e il cerchietto con le ali di pipistrello. Devo dire che, in fatto di scelte, il mio Luchino è sempre imbattibile: ha saputo trovare nel giro di pochi minuti la compagna perfetta del pacchetto caccia al tesoro, tiro alla fune e raccolta dolcetti.
Il punto è che il suo intuito non lo tradisce mai (non come il mio, che a volte sembra essere un po’ tarato), e i pochi amici che si sceglie sono sempre quelli “giusti”. Mirati e duraturi, come gli investimenti delle migliori Private Bank del nostro Principato.
Comunque sia, a questo punto il compiacimento per vedermelo davanti così carino, truccato e vestito di tutto punto, ha il sopravvento sul precedente spavento, e tutto viene perdonato nel giro di un istante. Piacevolmente sorpresa per la nuova conquista del mio pargolo, decido di lasciar stare per una volta coi rimproveri, e mi limito a un generico richiamo all’ordine e alla prudenza: “Tesoro, lo sai che saltare dalle sedie direttamente sulla schiena della mamma, anche se hai il mantello e ti senti come Superman, è pericoloso?”.
(Più per me che per te, mi verrebbe da aggiungere con riferimento ai primi dolori di schiena che avverto presentarsi sotto forma di una fitta lancinante). Ma sono costretta a ingoiare parole e lamenti, perché d’un tratto vedo spuntarmi davanti un’apparizione sospetta. Meglio tacere ogni riferimento ai primi acciacchi della mia forma fisica, e fare finta che invece tutto proceda come sempre: a meraviglia, smagliante come non mai.
Ovviamente, ho le mie buone motivazioni.
Per chi infatti fosse profano da queste parti, una festa così perfetta potrebbe sembrare esistere solo nella fantasia di un qualche regista d’eccezione. Il sogno di una notte di inizio autunno, il nuovo set cinematografico di un qualche Tim Burton del momento.
E invece no, vi assicuro: è tutto reale, perché qui allo storico Planet Kids di Montecarlo le feste per i bambini, soprattutto quelle “a tema”, sono sempre indimenticabili. Stilisti, truccatori, clown e qualche volta pure i prestigiatori del circo vengono appositamente convocati per rendere speciale la serata di Halloween.
A cui io e il mio Luchino non potevamo di certo mancare!
Da queste parti infatti, più la festa è bella, più alta è la prova del prestigio dei suoi ospiti. E questo è proprio il punto. C’è una regola non scritta, ma da tutti risaputa, in merito alla quale, se sei una mamma veramente cool e fai parte dei giri giusti, tuo figlio non potrà di certo mancare a sua volta, in veste di special guest, a una di queste feste.
Ebbene: nella hit parade degli eventi più gettonati per i bambini, subito dopo il Natale e il Circo, Halloween si colloca giusto in vetta alla classifica. Che, tradotto nel linguaggio di noi mamme competitive, significa: guerra all’ultimo sangue per aggiudicarsi gli ultimi inviti disponibili.
Conosco gente disposta a rinunciare al leggendario Ballo della Rosa pur di aggiudicarsi il posto ad Halloween… E il motivo reale non è neanche un mistero: se alla prima ricorrenza, tra i membri della casa reale, i vip e le celebrità di tutto il mondo, la possibilità di venire immortalati dai paparazzi è pressoché nulla, alla seconda invece basterà un po’ di impegno, la giusta fantasia e un pizzico di fortuna per potersi aggiudicare il premio “miglior mascheramento mamma-figlio”. Insomma: qualcosa da lasciare il segno negli annali locali, magari sino a diventare un influencer proprio come la versione monegasca della Ferragni (col suo Leon). Fatto sta che, sebbene ce l’abbia messa proprio tutta negli ultimi mesi per diventare un influencer di rilievo, vivendo costantemente sui social e postando ogni singolo evento monegasco, (neanche mi fossi trovata a NY!), quel maledettissimo invito non è mai arrivato.
Così, per scongiurare eventuali traumi che potrebbero ripercuotersi in futuro nella vita del mio frugoletto, ho pensato bene di risolvermela a modo mio, o meglio all’italiana, con un tocco di creatività e la giusta intraprendenza. E visto che il Planet Kids è sempre alla ricerca di animatori per le feste, e sulla lista mancava proprio chi si occupasse dei laboratori artistici per i pargoli, eccomi qua! Con tavolozza, tele, colori, stampini per la plastilina e quant’altro. In qualità di “maitre d’atelier”. La migliore del settore, ovviamente! Mi calza a pennello, non trovate?
Il punto è che, fatta una breve rassegna delle ipotesi possibili in cui lanciarmi, quella della maestra d’arte era proprio la migliore, e non potevo lasciarmela sfuggire. Certo, prima di scegliere ho avuto alcune esitazioni: avrei anche voluto propormi per truccare i bambini, ma non me la sentivo di mettermi in competizione con le tante ragazze (tutte preparatissime) che lavorano da Sephora e nelle altre profumerie di lusso, per la quale ci vogliono almeno due lauree.
Qui le Madames locali sono molto esigenti, e se non hai fatto il master in dermatologia e chimica della cosmesi, potrai giurarci che non ti lasceranno nemmeno mettere il lucida labbra alle loro piccole principesse.
Consapevole di queste pericolosissime insidie, ho visto bene di passare ad altro. Non restava che assistere i bambini nei disegni e nei lavoretti manuali, inventandone di tutti i colori per tenerli sufficientemente occupati e soddisfatti.
Così, dopo essermi fatta una cultura enciclopedica sull’infallibile metodologia “alla Masha”, (di cui ho copiato persino il mitico cappellino rosa da pittrice), ho pensato bene di mettere a frutto le mie innate doti artistiche.
Ma si vede che non sono stata l’unica, ad avere avuto la bella pensata…
Se infatti sono sicura di non aver incontrato altre mamme in incognita, lo stesso non potrei dire di alcune facce, tra le animatrici della serata, che mi sembrano avere un aspetto familiare.
Ho infatti appena riconosciuto, tra il personale addetto al make up dei piccoli, la simpaticissima Patricia High Heels. E siccome quando c’è il gatto non può di certo mancare la volpe, indovinate chi ho appena visto svolazzarmi sulla testa tra i nastri, con una gamba annodata a spirale e l’altra che dondola allegramente ad altalena? Ma ovviamente l’odiosa Svetlana!
Ora, a dirla tutta, anche questa era un’ipotesi papabile: in caso estremo, non avrei esitato a vestirmi da strega dando saggio delle mie prodezze aeree pur di aggiudicarmi gli ultimi posti disponibili alla festa.
Ma siccome la pole e i nastri non sono di certo la mia specialità, ma solo un hobby recente di mamma intraprendente, è andata bene così.
Fatto sta che quel posto vacante se lo è aggiudicato proprio lei. E chi altro, se no?
Bene. O meglio: porca miseria! Quelle due messe insieme faranno di tutto per rovinare il mio lavoro, scommettete? Troveranno il modo di imbrattarmi i quadretti dei bambini per dimostrare che sono un’incapace, e apriti cielo. L’unica certezza che ho è che la catastrofe è imminente e inevitabile. In altre parole: sono fritta.
Non mi resta che giocare di anticipo, prevedendone le mosse.
Ma tutti sanno che una partita non si può giocare ad armi impari, figuriamoci la guerra. E siccome loro due fanno ormai coppia fissa come assortimento vincente Italia-Russia, l’unica possibilità per far fronte allo schieramento nemico è far scendere in campo, a mia volta, la mia alleata.
E sia.

Detto fatto, mi invento qualcosa su due piedi e telefono subito alla mia amica Katiusha, campionessa di Zumba dalla fama internazionale. A mio favore ho un argomento vincente: il fatto che si siano dimenticati, con un errore imperdonabile, di mettere in programma lo Zumbini a chiusura del party, perciò bisognerà sicuramente correre ai ripari.
Per rendere il tutto più credibile, faccio in modo di spargere già l’allarme tra alcuni bambini, che sono certa diffonderanno la notizia a macchia d’olio nell’arco di poco. Sta quasi per esplodere un’insurrezione popolare, quando con un tempismo perfetto arriva la mia amica, a quietare il tutto. L’ingresso di Katiusha viene accolto con una standing ovation collettiva, e tutti si rilassano finalmente sapendo che anche questo party si concluderà come di dovere.
Ma io non abbasso le difese, anzi: avverto subito la mia amica dei miei timori rasenti a certezze, incaricandola, già che c’è, di fare la ronda ai lavoretti dei bambini. Nel caso ci fosse qualcuno che avesse cattive intenzioni…
Li ho esposti in bella mostra in successione tra loro, neanche si trattasse delle opere del Louvre, che ci resterei molto male se qualcuno me li rovinasse.
Mentre io dovrei proseguire nel miracolo di terminare l’ultima opera della giornata. Per l’esattezza, un’enorme scultura in pongo, ultimo esemplare di arte dadaista del nuovo millennio, suppongo.
Ho avuto la bella idea di coinvolgere i bambini nella creazione di un terribile drago gigante tutto colorato. Corpo verde di serpente, muso da coccodrillo, ali rosa di pipistrello, squame e criniera da dinosauro. Manca il fumo dalle narici e tutto potrebbe essere perfetto.
A tal fine ho pensato, in un primo momento, che avrei potuto creare del vapore acqueo, ma installare delle bombolette invisibili chissà dove non mi è sembrata una grande idea. (Va bene che in borsetta tengo sempre, per evenienza, lo spray nasale, ma a tutto c’è un limite…). Così alla fine ho deciso di optare per quello che poteva offrirmi la casa: le candeline. Le potrei tranquillamente posizionare all’interno delle narici del drago e farebbero la loro bella figura.
Adesso però i problemi sono due. Il primo: come riuscire a sottrarre le preziosissime candeline da torte, zucche e decorazioni varie senza che nessuno se ne accorga? Il secondo: come produrre il famigerato fumo? Perché solo dando fuoco a qualcosa, anche di poco sostanzioso (tutto fumo e niente arrosto insomma), potrei sortire l’effetto desiderato di qualcosa di veramente spettacolare.
Rimandando la soluzione del secondo problema a un altro momento, decido di risolvere subito il primo, mandando in perlustrazione il mio Draculino aiutato da Vampirina. Un’accoppiata perfetta per l’intento.
Non passa un quarto d’ora che i due se ne ritornano fieri dalla loro impresa, neanche avessero espugnato un’intera isola, e dopo avermi consegnato il loro tesoro, ovvero la refurtiva di tre candeline da ornamento e due da torta, ritornano a giocare.

Peccato che, intenta a ultimare la mia scultura in tempo utile, non mi fossi accorta che Svetlana e Patricia High Heels li avessero sobillati a tradimento, tendendomi un tranello. Le candeline reperite erano infatti quelle abusivamente prelevate dalla torta di compleanno di uno degli altri bambini, colpa il loro diabolico intervento.
Fatto sta che, proprio mentre il mio magnifico drago sta prendendo vita soffiando fumo, le proteste di una mamma, che accorre nella mia direzione col bambino in lacrime, bloccano il mio exploit.
… E dire che stava venendo benissimo.
Neanche avessi svaligiato Cartier, mi vedo accorrere tempestiva la sicurezza che inizia a farmi l’interrogatorio di routine per prendere accertamenti. Seguita dalla predetta mamma, che mi lancia sguardi al vetriolo come se meritassi l’ergastolo. Decido di fare buon viso a cattivo gioco e, giocandomi la carta della simpatia, le offro un bonus gratis di lavoretti e disegni nel mio atelier di Masha, che mi invento sul momento. Tutto si sistema magicamente, con entusiasmo della mamma che ora sembra molto più rilassata, di fronte all’opportunità di sbarazzarsi del pargolo almeno una volta a settimana. Insomma: era solo il classico caso “tutto fumo e niente arrosto”…
Già. Solo che adesso il fumo proveniente dal mio drago pare, per l’appunto, essere diventato un po’ troppo minaccioso.
Tanto da iniziare a darmi pensiero.
Ma che cavolo… cosa mai starà succedendo?
Alzo gli occhi al cielo, pregando che stavolta non sia colpa mia, e così resto ipnotizzata da uno spettacolo celestiale.
I nastri a cui è appesa Svetlana per esibirsi nelle sue acrobazie aeree, dopo avermi giocato il suo ennesimo dispetto, stanno meravigliosamente prendendo fuoco dal basso, e lei si sta piacevolmente dimenando nello sforzo di uscire indenne, elegantemente, dal pericolo incalzante.
Deve essere che mentre ero occupata a rispondere all’interrogatorio, non potendo sorvegliare il drago, è successo l’imprevedibile.
I nastri, che pendevano giusto perpendicolari al mio tavolo di lavoro, sono entrati in contatto con le candeline, e tutto è andato letteralmente in fumo…
Per fortuna che nessun bambino si è fatto male e che il pericolo può ancora essere scongiurato.
Presa la scala delle emergenze, la sicurezza che prima si era prodigata a farmi inutili domande si trova finalmente impegnata a fare qualcosa di utile, e arrampicandosi sui nastri tira giù la povera Svetlana.
… Ora, complice il velo di fuliggine che le spolvera il volto, più che di una ballerina scottata, direi che ha piuttosto l’aria di una strega spaventata.
Ed è così che, anche questa volta, mi sono presa la mia rivincita.
Chi la fa l’aspetti, no?
Girando i tacchi al drago, ai nastri e alle zucche, accompagno Luchino e tutti gli altri bambini a concludere la festa con la nostra immancabile Zumbini.
Per questo Halloween non ci siamo proprio fatti mancare nulla: streghe volanti comprese!
Sylvie Labella
