C’è sempre un sottile confine che separa gli eventi. E il destino con cui questi accadono…..O, a volte, un paio di rampe di scale. Che separano una citta’ immaginaria o da sogno con una favolosa e pittoresca citta’ reale.
…Dove per la legge del “chiasmo” le persone che vivono nella prima non sembrano sempre appartenere del tutto al pianeta Terra. E quelle che invece popolano la seconda sono le persone della poetica di tutti i giorni: il boulanger, lo speziale, le chacutier, la signorina che insegna all’asilo, la commessa del supermercato, il signore che vende la frutta nella bancarella all’angolo.
Per me Beausoleil e’ un po’ una mini Montmartre di Monaco. Solo senza Moulin Rouge. E senza funicolare…
“Il 3 settembre 1973, alle 18, 28 minuti e 32 secondi, una mosca della famiglia dei Calliphoridi, capace di 14670 battiti d’ali al minuto, plana su rue Saint-Vincent, a Montmartre.Nello stesso momento, in un ristorante all’aperto a due passi dal Moulin de la Galette, il vento si insinua magicamente sotto una tovaglia facendo ballare i bicchieri senza che nessuno se ne accorga. In quell’istante, al quinto piano del 28 dell’Avenue Trudaine, IX° Arrondissement, Eugène Koler, di ritorno dal funerale del suo migliore amico, Emile Maginot, ne cancella il nome dalla sua rubrica.”
E così la sottile linea che separa la casta dei “vip” da quella delle persone normali (non per questo ordinarie) segna il destino di un monegasco e di un ordinario cittadino francese (o italiano che sia…). Non puoi avere la casa al confine: ne andrebbe della tua identità: a forte rischio di bipolarismo (o di schizofrenia). Un giorno ti sentiresti divo, l’altro saresti un normale mortale.
In giorni alterni porteresti il cane col pedigree alla beauty spa, l’altro decideresti che è meglio adottarne uno randagio. Oggi andresti al nail bar, domani solo al più chiassoso bar de l’Havana.
E così via… Amo Beausoleil. È la linea di confine che ti fa capire che ogni giorno ti devi meritare la tua felicità . E come la gente di Beausoleil, meglio sorridere, restare coi piedi per terra ed (almeno provarci) essere semplici, che nella vita, comunque sia, non si sa mai….
(Musica di chiusura: le valse de Amelie. Background: sorriso che va sfumando di Audrey Tatou -dissolvenza- . Ci scappa anche un lacrima. Era proprio un bel film!)