A spasso per Monaco..i tesori di Fontveille-capitolo secondo-

E dunque..vira che ti stramba…prendi il pupo in braccio che è già stanco, evita le rose con le annesse spine…ed ecco: arrivi trafelata (e un po’ “stramba”, per l’appunto) a destinazione.

Il parco giochi di Fontvieille . L’oasi dei bimbi! Che a sua volta, come in un gioco di matrioske, è immerso nel verde di un altro parco, una specie di mini Hyde Park monegasco…solo che al posto degli scoiattoli qui ci sono papere, cigni e oche… tutto un “quaquaraqua” che ti sembra di essere approdato a Paperopoli (guarda caso…credo che qui le papere più anziane siano un po’ tutte “duck billionaire” : insomma delle mini “Billion-Donald-Duck” solo che più simpatiche e senza parrucchino! Della serie “a me lo Zio Paperone mi fa un qua qua”).

E sai che ridere! Perché allora è proprio il caso di dire (alla Maria-Antonietta) che quando avrai finito le briciole di pane (che i bimbi adorano dare da mangiare alle paperette) meglio che ti procuri le brioches! Quelle fresche del boulanger però (il panettiere chic, da non confondere col coiffeur che è notoriamente il parrucchiere “qua fuori” ovvero pret a’ porter). Perché sono paperette molto ben abituate.

E dunque sei lì felicemente approdata allo stagnetto del parchetto. Ma le tue avventure di mamma (holic) non sono finite!Infatti rincorrere il bimbo senza cadere nello stagno corredata di briciole di pane o di brioches (facciamo una via di mezzo: oggi accontentatevi del pan-brioche!) , passeggino e quant’altro, è diventato una specie di balletto.

Per l’esattezza: hai appena fatto un bellissimo Revival. “Il ballo del qua qua”per noi ex bambini anni ’80. Con Romina Power… ma tu non hai le treccine e ora rischi di sporcarti di fango…

Quando, bontà sua, il pupo decide di darti tregua e allora finalmente approdi all’area giochi: altalena scivoli e compagnia cantante.

Ma no!!! Lui decide di allungare la corsa.. e così corri che ti rincorri… vai quasi a sbattere contro una montagna. Un enorme obelisco bronzeo tutto luccicante. Che ti domandi se è la maledizione della Fara(ona) scatenata contro le mamme (holic) incapaci di tenere a freno i loro pupi esagitati…una specie di enorme Dea che sorge dagli anfratti del giardino di Fontvieille con l’intento di ammonirti…”Ricooordati di essere Maaamma” (-“eh gia’: ora me lo segno!”)

E in effetti l’aria della Grande Dea Madre ce l’ha proprio! Ma di che cosa sto parlando, vi domanderete voi? Come di cosa? Ma della statua di Botero! Immensa, scultorea, tutta rotondità, in posa a mo’ di Sfinge: ieratica.

E cosa ci farebbe qui?

L’ho appena detto: è un ‘enorme Venere che se la fa in barba alla moda locale, fashion skinny leggins e compagnia cantante.

Lei provoca con le sue rotondita’.

Sfida i secoli e le mode: una Madre è sempre tale. Mastodontica nella sua Grande (e felliniana) Bellezza.

Che non ci sono se e ma. Solo maternità e femminilità rotonda.

Ma io ho elaborato anche un’altra tesi: è un implicito inno al Circo.

La rotondità delle forme, che potrebbe ricondurre a una implicita “pesantezza” svela in realtà una “insostenibile leggerezza dell’essere”. Come se fosse riempita di aria. Infatti le creature di Botero, nei quadri del Circo, sono leggiadre funambole che sfidano la gravità dell’aria.

Volano nelle loro giunoniche sinuosità. E tutto ciò riconduce alla circolareita’ del Circo. Richiamano un mondo immaginario, fantastico, allegro ed arcaico dove tutto è possibile.

Come nella poetica canzone di De Gregori “La donna cannone”. E lei vola, nell’infinito.

E io ritorno rincuorata. La mia Dea Madre mi ha dato il buongiorno. Se lei è una Grande Venere-Madre, io posso essere, nel mio piccolo, una “cool” super-mamma!

(Allons y! On y va…)

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