BIANCA COME IL LATTE, ROSSA COME IL SANGUE – Il capolavoro di Alessandro D’Avenia

Leo è un adolescente speciale. Il ciuffo spavaldo è solo la scusa per camuffare una sensibilità che teme di infrangersi alla prima disillusione. E allora la sfida è l’ironia tagliente contro tutti, genitori e prof in primis. A farne le spese è proprio il supplente di “storia e filo”, ai suoi occhi “uno sfigato al quadrato”, innanzitutto perché per lavorare deve attendere che gli altri si ammalino, e poi perché è persino un irriducibile “sognatore”.

Eppure sono proprio le lezioni del “sognatore” che vengono poco a poco a sgretolare il muro di noia che recinta l’atmosfera scolastica, normalmente sbrecciato solo dai tornei di calcetto e dalle scorribande in motorino. In un esplicito remake del l’attimo fuggente, il dibattito tra il professore, Leo e i suoi compagni sprona il protagonista a uscire lentamente dal suo guscio di protezione. Fuori dalla zona di conforto di un finto cinismo Leo sentirà pulsare vivo il colore rosso, una nuova linfa come i capelli di Beatrice che viene a intercettare il suo cuore, esplodendo in un incendio dilagante.

Prendendo delicatamente le mosse dall’omonima fiaba rielaborata da Calvino, l’intreccio del romanzo si snoda lungo la sottile linea di demarcazione del binomio tra il rosso e il bianco, da cui Leo si sente perseguitato. L’amore e la conquista dei propri sogni sono emozioni rosso fuoco che danno un senso alla sua vita, mentre il compromesso, la rassegnazione, la rinuncia o il vuoto di ideali sono gli spettri di un bianco abbagliante da cui Leo si sente minacciato.

La dialettica tra i due colori viene tuttavia sovvertita da un evento improvviso e tragico: il rosso del sangue di Beatrice viene invaso senza scampo dal bianco della leucemia.

Nell’aggrapparsi con ogni lembo di cuore al sentimento impossibile di una storia che non potrà nemmeno sbocciare, Leo impara a calare la maschera, trovando il coraggio di crescere e di lottare contro i fantasmi delle sue paure.

Così, proprio alla fine del tunnel, anche lui troverà il tesoro …

Bianca come il latte, rossa come il sangue è un romanzo di formazione che ha il potere magico di farci ritornare sui banchi di scuola. A provare gli stessi brividi, le stesse inquietudini, le stesse promesse ad un futuro troppo distante, ma che per nulla al mondo avremmo tradito. Quando la vita era la breve parentesi di fuga tra un’interrogazione e l’altra, le vacanze sempre troppo corte, l’amore un ideale inafferrabile più del teorema di Eraclito (e del suo tetrafarmaco): quando c’era lui, non c’era la persona con cui condividerlo. Una dolce illusione in cui era bello cullarsi.

Quando divori un romanzo in tre soli giorni, sapendo che ai tempo d’oro lo avresti letto in un sol colpo, e piangi e ridi e vorresti bucarne le pagine per salire in motorino col protagonista, è inevitabile: finisce che quel romanzo entra a far parte di te🙏🏻

Grazie ad Alessandro D’Avernia per averci fatto piangere e sognare insieme a lui🙏🏻🦋🌸