Tra sette segrete, attentati di corte e amori appassionati, la vita di Cleopatra, ultima regina egiziana discendete dei Tolomei, si intreccia con altri misteri… Sullo sfondo dell’ascesa dell’impero romano.
Già il titolo di questo imperdibile best seller, l’ultimo di Marco Buticchi, preannuncia il fil rouge che legherà il destino di due popoli: quello dell’antico Egitto giunto al suo ultimo battito d’ali e quello romano, il cui impero spiccherà il volo proprio sulle rovine del primo.
E proprio dal volo si deve partire, per introdurre la figura mitologica della Dea Iside e delle sue gesta. Non a caso, una dea alata.


Dal suo culto sono scaturite gran parte delle religioni misteriche – inclusa la nostra (o almeno quel che vi resta della compianta componente gnostica) – che, al centro del loro messaggio, pongono la rinascita spirituale attraverso il superamento della morte. Volando al di là del tempo, sino ad arrivare in un luogo/non luogo, la dea Iside fa risorgere il proprio compagno defunto: Osiride, un dio morto, assassinato dalla malvagità del fratello Seth. Nietzsche era distante millenni, eppure quel tabù che a noi suona impossibile era da Lei stato non solo superato, ma sorvolato con un solo battito d’ali.
Così Iside, superando correnti gravitazionali, oltrepassando spazio e luce per riscrivere la sua storia personale, resuscita il suo sposo. Le sue grandi ali la conducono oltre il confine dell’infinito o forse in un’eternità addirittura anteriore, comunque al di fuori di quella dimensione del tempo che, per noi esseri mortali, segna l’orizzonte nella sua accezione etimologica di limite allo sguardo.


Ultima regina degna di esserne reincarnazione, come del resto era solita proclamarsi, fu la Grande Cleopatra, nella cui pur breve vita si compendia la leggendaria vicenda di una donna che, come l’araba fenice, ha saputo risorgere più volte dalle proprie ceneri, passando alla storia non solo per l’innegabile carisma e l’innato fascino, ma altresì per la lungimiranza politica da autentica statista, la non comune intelligenza, la profonda cultura e il coraggio che ne ha contraddistinto ogni gesto, fino a culminare nell’atto supremo del suicidio.
Il nuovo romanzo di Marco Buticchi ne racconta le vicende, gli amori appassionati e i retroscena politici, in un intreccio incalzante che si dispiega su tre piani narrativi.
Una rinomata archeologa è incaricata dal governo egiziano di tradurre una serie di tavolette di argilla ritrovate nella tomba dell’ultima sovrana egizia. Si tratta del diario redatto dalla prima bodyguard della regina, la guerriera Cinanne di nome Teie, che ci porta per mano a percorrerne la vita.
Le antiche vicende storiche dell’ultima discendente dei Tolomei si intersecano altresì su un doppio binario con quelle più recenti di un altro personaggio leggendario, al confine tra storia e mito: l’avventuriero di origine padovana Giovanni Battista Belzoni. Pioniere della nascente archeologia egizia nei primi dell’800, fu artefice di innumerevoli imprese di portata storica come l’apertura del tempio di Abu Simbel, il trasporto a Londra del busto di Ramsete II e la prima esplorazione della piramide di Chefren. A lui fu anche attribuita la scoperta della tomba della regina Cleopatra nell’antico porto di Berenice sul Mar Rosso.
Filo conduttore che accomuna entrambi i piani narrativi destinati ad intrecciarsi, è la rinascita della temibile setta del sole di Iside. Sorta in epoca tolemaica a scopi di cospirazione (i Tolomei, di discenza macedone, venivano considerati usurpatori del trono dei faraoni), la setta rinacque in epoca ottocentesca nelle vesti di potente loggia massonica al fine di sovvertire i destini del mondo nonché di appropriarsi delle gesta dell’impavido Benzoni.
La trama del romanzo si disvela appassionante, regalandoci uno sguardo approfondito e al contempo emozionato sulle vicende della grande regina, indissolubilmente legate alla transizione di Roma dall’era repubblicana a quella imperiale, alla vita di Cesare e al grande amore con Antonio.
Al pari della dea Iside e del grande Alessandro, sua nobilissima ascendenza, la lungimiranza strategica di Cleopatra non conosceva ostacoli. Il suo sogno di grandezza, la sua visione incantata oltre il tempo ha visto una regina superare, per la prima volta nella storia, ogni barriera culturale e di genere nel mettersi alla guida di un impero che, pur mantenendo il suo cuore in Egitto, si potesse estendere da Roma sino al Gange.

Gli sconvolgimenti del fato, ostile a una visione della storia al femminile, hanno fatto sì che a prevalere fossero, ancora una volta, le ragioni di una sete di potere al maschile, travestita da sobria austerità del mondo occidentale. Così, sulle rovine dei templi egiziani, delle sfingi e delle piramidi, sarebbe nato il giovane impero romano. Fino alla sua ultima, ineluttabile decadenza.
Questa volta, però, a sommergere definitivamente ogni fasto e splendore di gloria sarà l’onda delle invasioni barbariche, ahimè molto più profana dell’immenso, misterioso cono d’ombra delle ali di Iside.