Oltre il tempo, oltre il desiderio, oltre il rimpianto di non aver detto o fatto, oltre i pensieri, oltre il ricordo contaminato, oltre lo spazio invasivo dell’Io.
Oltre le gocce di rugiada che impregnano l’erba nei primi bagliori del mattino.
Oltre le ombre della notte, quelle voci di morte che ci chiamano nel sempre con le loro melodie infinite. E si confondono sullo sfondo dei nostri pensieri, allucinandoci.
Oltre la psiche.
Al di là di tutto questo c’è un vuoto pieno.
Uno spazio infinito. Un respiro, una parentesi eterna. Il sempre nel mai.
Un magma denso e luminoso senza nome che è la nostra essenza libera.
Li’ ci parlano le voci.
Li’ il “sentire” profondo si fa verità.
E’ in quella dimensione sospesa, che ci vive sempre accanto, che possiamo smarginarci.
Un tempo senza tempo per amare.
Il tempo ritrovato per ogni cosa.
Li si può anche iniziare la ricerca. Mettersi in cammino per ritrovare gli amori persi, quando ancora non eravamo pronti.
E scoprire che “si è” ancora prima di esistere. Li si può stare, vivendo.
Scoprire di stare vivendo ad ogni istante, accanto a se stessi, possedendoci.
Sono questi gli amori più grandi di noi, che ci precedono e ci guidano, perché sono oltre noi.
Avere questi amori significa prendere il coraggio di perdersi in loro. Ampliare il proprio raggio di vita per trovare un nuovo centro che includa il tutto.
Essere e avere, ma invertiti.
Questo romanzo ci regala un’emozione fortissima, la più grande forse di tutte le scoperte: un viaggio al centro di noi stessi dove tutto è possibile.
Ecco che diventa vivo, con un senso di pienezza, il pensiero di Pascal “l’amore sta sempre nascendo”.
È lui che fa ci nascere ad ogni istante.
Allora tutto ha un senso, il mondo si popola di dei, la natura si tinge di colori e di profumi nuovi, e in questa ritrovata armonia potremmo scoprire
che, veramente il “naufragar è dolce in questo mare”…
Imperdibile.
