
LUPIN E LA CONTESSA DI CAGLIOSTRO, Polillo Editore, recensione da http://www.thrillerlife.it
La storia tra Lupin e la sua più degna antagonista, nella continua altalenanza di attrazione e rivalità, sembra non essere mai destinata a finire. Perché, come spesso avviene per le relazioni migliori, anche per le più pericolose, “Tra me e la contessa di Cagliostro non tutto è ancora risolto. Aspettiamo”.
… CHI È COSTEI?
Lo ammetto: fino a pochi giorni fa ero convinta che Cagliostro fosse il nome eccentrico dell’indisponente felino di Edna Silvera, la protagonista dei best seller NeroRizzoli, da me divorati, nata dalla penna unica di Valeria Corciolani.
Per ricredermi, dovevo aspettare la bellissima iniziativa di Polillo Editore, che ha deciso di regalarci nell’edizione integrale questa nuova avventura, ancora poco conosciuta, del ladro gentiluomo più famoso di tutti i tempi. Un’idea non priva di precedenti, visto il successo eclatante di ben due serie Netflix che hanno rispolverato il mito di Arsenio Lupin riportandolo, dal contesto liberty di una Francia in pieno boom culturale, a quello dai toni dark di una Parigi contemporanea.
TRAMA
In questa avventura ambientata in una Normandia dal retaggio medioevale, densa di enigmi da sciogliere e continui colpi di scena, Arsenio Lupin si trova a salvare Joséphine Balsamo, vittima di un tentativo di omicidio da parte di un gruppo di uomini capeggiati dal barone d’Etigues, padre di Clarisse, amante di Lupin stesso. La misteriosa Joséphine Pellegrini-Balsamo è la contessa di Cagliostro, nata a Palermo il 29 luglio 1788 da una relazione tra Joseph Balsamo e Joséphine de la Pagerie. Anche se ha varcato la soglia dei cento anni, ne dimostra appena trenta. Approfittando del segreto della sua eterna giovinezza, ha alle sue spalle oscuri crimini e numeroso sotterfugi, nonché un conto in sospeso legato al furto della collana di Maria Antonietta, primo obiettivo del padre di Lupin, un avventuriero maestro di savate. Spia, traditrice, ladra e assassina, Joséphine è destinata a diventare la degna antagonista di Lupin, che oscillerà tra il suo amore per Clarisse e la passione per la bella maliarda, mentre si metterà sulle tracce di un mistero che interessa tanto Beaumagnan, mandante del tentato delitto, quanto la contessa stessa.
LA STORIA….
Cagliostro! Lo straordinario personaggio che tanto avvinse l’Europa e tanto agitò fin nel profondo la corte di Francia sotto il regno di Luigi XVI! La collana della Regina… il cardinale di Rohan… Maria Antonietta… Quanti episodi sconvolgenti della più misteriosa di tutte le vite!
Nella tradizione che ha ispirato Dumas, la figura di Giuseppe Balsamo, conte di Cagliostro, era ammantata dal mistero, a tratti bipolare, che ne ha fa ora il paladino della libertà di pensiero e della bandiera repubblicana di fronte ai rigurgitimonarchici e all’ottusità reazionaria papalina (che lo aveva condannato come eretico), ora il capo carismatico di tutti i ciarlatani, ora il depositario di un sapere occulto, nel limaccioso confine che unisce l’antico sapere alchemico alle dicerie sulla magia e la superstizione.
Niente, a confronto del fiorire di leggende della sua sedicente figlia, Joséphine Balsamo contessa di Cagliostro, che come genitrice vanta addirittura quella famosa Joséphine cha ha vissuto a Fontainebleu e alla Malmaison, per anni compagna inseparabile di Napoleone Bonaparte.
Avevano trovato in colei che, secondo loro, pretendeva di essere la figlia di Cagliostro, i doni di chiaroveggenza e divinazione già attribuiti al celebre taumaturgo, per i quali veniva considerato un mago e uno stregone?
La bellezza angelicata dietro cui si cela un animo da maliarda, l’arte di mantenere, a oltre un secolo dalla nascita o forse molto più, l’eterno volto della giovinezza come se avesse scoperto la pietra filosofale e l’innato talento per gli intrighi ne fanno un vero e proprio alias della famosa Milady diDumas, dunque la perfetta antagonista del ladro più scaltro di Francia.
Qualcosa della Gioconda. Un’espressione che non cambia molto, ma impossibile da definire, tanto affettuosa e ingenua quanto crudele e perversa. Dall’esperienza che si coglie nello sguardo, e dall’amarezza del suo sorriso immutabile, si arriverebbe quasi ad accordarle gli ottant’anni che si attribuisce. In quei momenti, estrae dalla tasca uno specchietto d’oro, vi versa due gocce da un flacone impercettibile, le asciuga e si rimira. E, di nuovo, è di una giovinezza adora
È così che Joséphine Balsamo, anziché inciampare nei modi grossolani di un inesperto D’Artagnan, si imbatte nel fascino aristocratico, affilatamente artefatto, di un giovane Raul d’Andresy, ancora senza arte né parte, ma determinato a usare ogni espediente per costruirsi il proprio avvenire.
La storia esordisce con la scoperta del rapimento della misteriosa contessa di Cagliostro e del piano architettato per giustiziarla, da parte di un gruppo di gentiluomini con molti conti da regolare, capeggiati dal padre della giovane innamorata di Raul, il barone d’Etigues. Ma a Raul basta uno sguardo sull’angelo tentatore per decidere di salvarla, prima di scoprire quali legami possa ella nascondere con l’omicidio di suo padre, a sua volta legato al famoso furto della collana di Maria Antonietta.
Tu ti chiami Arsenio Lupin. Tuo padre, Teofrasto Lupin, che combinava la professione di insegnante di boxe e savate con la professione più redditizia di truffatore, fu condannato e imprigionato negli Stati Uniti dove morì. Tua madre riprese il suo nome da nubile e visse con un cugino lontano, il duca di Dreux-Soubise. Un giorno la duchessa constatò la scomparsa di un gioiello di maggior valore storico, che non era altro che la famosa collana della regina Maria Antonietta. Nonostante tutte le ricerche non si sapeva mai chi fosse l’autore di questo furto, eseguito con audacia e abilità diabolica. Io, lo so. Eri tu. Avevi sei anni.
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