Finalmente la primavera!
L’aria è tiepida, i colori pastello mi avvolgono nella loro luce morbida, e tutto è fresco, leggero, spensierato.
Da oggi si rinasce!
Mi alzo dal letto come da un lungo letargo, scrollandomi di dosso la lentezza pesante di un lungo inverno.
Come una crisalide che sente che è giunto il momento di diventare farfalla, da oggi avrà inizio la mia metamorfosi.
Cambiare muta per ridisegnarsi, lasciandosi andare alla magia di un perenne rinnovamento.
Guardo fuori dalla finestra e mi sento invadere da una profonda gioia. Il pesco è in fiore e tende i suoi rami verso di me.
Cogliere questo istante di pura perfezione, nell’apice della bellezza, è un sentimento di armonia e speranza che si rinnova.
Come dice il personaggio di Renée ne L’eleganza del riccio, uno dei miei romanzi preferiti: « Camelie su muschio».
Il sempre nel mai.
Impossibile non condividere questo stato di grazia con gli altri.
Mica posso tenere tutto per me, no?
In un posto come Montecarlo, dove i fiori abbondano ma non si può dire altrettanto dei comuni buoni propositi, dire che la bellezza salverà il mondo è una scommessa rivoluzionaria.
Perché si tratta di dare un bello scossone ai pilastri di tutta un’impalcatura fondata su un altro tipo di messaggio, dove l’estetica svetta sì in pole position tra i grattacieli di lusso, ma solo in quanto business collaterale che alza il prodotto interno lordo.
E allora scusate, quale migliore occasione per tuffarmi anch’io in questo piatto ricco?
La mia scoperta, del resto, potrebbe avere risvolti sensazionali a beneficio dell’intera comunità. La mindfullness al servizio dell’estetica. Roba da veri veggenti!
Per chi ancora avesse difficoltà a sintonizzarsi sulle mie frequenze esoteriche, eccovene allora la chiave.
Meditazione immaginativa.
Come sconfiggere l’invecchiamento attraverso la semplice tecnica dello specchio del tempo.
Basterà sostituire la famosa frase della Regina di Biancaneve, fin troppo usata, con un qualche mantra a effetto ipnotico.
E allora, quello specchio, vedrete che farà delle vere prodezze!
La mia missione sarà rendere divulgative, per chi non sia esperto del settore, antiche pratiche di saggezza.
Strumenti a mia disposizione: un’innata predisposizione al mélange culturale.
La ricetta è semplice. Basta frullare un po’ di fisica quantistica con il pensiero orientale, condire con esoterismo e profusione di filosofia, e solo alla fine aggiungere un tocco personale di un po’ di fantasia.
E tutto sarà pronto.
Avete infatti mai osservato con adeguata attenzione un monaco tibetano nel bel mezzo della sua meditazione?
Accorgersi del miracolo non è facile, certo. Se sono donne poi, è ancora più difficile. Con quelle tuniche informi, il capo rasato e neanche un filo di trucco, è difficile soffermarsi sulla loro estetica.
Eppure la cosa è sorprendente e salta all’occhio. Proprio perché “non c’è trucco non c’è inganno”. Neanche una maledettissima ruga!
Detto fatto, mi attivo subito. Ho trovato il modo di commercializzare l’elisir di lunga vita tra le Madames locali.
Se Parigi varrà ben una messa, anche il mio Eden dell’estetica varrà bene un po’ di meditazione con aria sottomessa. No?
Eccomi allora a predicare pace e amore per le strade di Montecarlo.
Come una nuova illuminata, qualcuno che cambierà il mondo. Anche se con l’ausilio di qualche paillette e un portafoglio un po’ più rotondo!
Distacco dai beni terreni e, soprattutto, umiltà e compassione.
Sembrerebbe impossibile da queste parti ma non è così. Infatti è la mia nuova missione!
I risultati sono stati impressionanti!
Se il fine giustifica i mezzi, non appena le Madames hanno focalizzato tutti i soldi risparmiati in botox, lifting e liposuzioni, si sono messe in azione che neanche il Dalai Lama.
Il loro motto è subito diventato “Datemi un punto di appoggio e solleverò il mondo!”
Nessun ostacolo poteva fermarle, si fosse trattato di trasformare il quadrato in un tondo.
Del resto il cambiamento era nell’aria, lo ammetto. Lo avevo presagito all’ultima festa dello Sporting Club. Quando il Principe in persona ha conferito il premio alle più zelanti delle associazioni di beneficenza, con le loro presidenti e tutte le iscritte. Davanti ai riflettori, alla stampa e alle tv locali.
Una lotta impari. Mezza città al femminile era di colpo diventata la copia fedele di Madre Teresa di Calcutta.
Delle vere eroine paladine di accoglienza, carità e fratellanza.
Certo, coi dovuti e opportuni ritocchi: tacco dodici, lustrini, e persino lussuose pellicce erano il must irrinunciabile. Ma cosa volete che sia quando ci si merita il premio come ambasciatrici mondiali della beneficenza?
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