Sales and the City: i saldi 2020 da Montecarlo a Cannes

Sex-and-the-City_blog-Silvia-Alonso

…Così, tanto per non sbagliare, questa volta le ho convocate tutte, le mie amiche.

Perché mai, infatti, dovrei sempre fare tutto io? Anche quando si tratta di farsi letteralmente in quattro e interpretare il catalogo completo delle eroine delle mie serie preferite? Una follia.

E siccome possiamo benissimo fare a meno dell’avvocato che è in me, (attualmente in stand by per dedicarsi all’attività di mamma part time e a quella della pazza gioia full time), archiviato il mio alias da Miranda, che non mi è mai andata giù, eccoci simpaticamente in tre.

Io, Lucrezia e Vicky.

Solo che oggi la nostra meta non sarà una qualche fantastica vacanza da sogno a Dubai, come nel film delle nostre eroine.

Innanzitutto perché vivendo già a Montecarlo, anche se pochi lo sanno, possiamo usufruire dei vantaggi di un gemellaggio segreto tra il Principato e i Regni del Golfo. Che dire quindi? Per noi monegasche quasi d’h.o.c. è uno scherzo salire in qualsiasi momento del giorno sul primo jet disponibile e trovarci nel tardo pomeriggio a sorseggiare té alla menta in qualche super piscina dell’Atlantis The Palm.

Atlantis

In attesa di ridecollare per il tramonto a farci un’aperitivo su altre Palm, quelle on the Beach in Florida ad esempio, dove finalmente potremmo goderci un po’ di champagne senza venire additate come fedifraghe. Nel frattempo però, già che siamo lì, potremmo approfittarne per fare colazione al primo baretto dietro l’angolo, tipo il roof restaurant del Burj Khalifa, tanto per non essere da meno alle nostre alias americane.

E non pensiate che dica ciò solo per fantasticare o, peggio ancora, per tirarmela: certo da quando sono diventata mamma ho messo a freno la mia esuberanza viaggiatrice, ma mentre ero presa a compensare dedicandomi alla forma fisica, Lucrezia, al top della sua forma carrierista, si è aggiudicata viaggi da urlo niente di meno che in Oman.

Davvero, proprio lì intendo: dove le tende nel deserto sono direttamente tessute in seta e lapislazzuli, i tappeti persiani li usano come zerbini dove gli omonimi gatti possono farsi pigramente le unghie (con o senza gel o Nail Bar), e il massaggio distensivo ai piedi non è che l’aperitivo solleticato di ogni cena che si rispetti. Ai voglia poi, a dare a qualcuno del “beduino”!

In pratica, sono quei momenti in cui, al sentirtelo raccontare, ti convinci che essere single e in carriera valga bene una messa, o meglio: valga anche una breve capatina in moschea a patto di indossare un foulard di Hermes!

… Va bene, sto scherzando.

Da buona occidentale emancipata, il velo lo metterei con molta circospezione e se proprio necessario: ad esempio per la danza orientale, quella sì che mi piace.

 

La realtà è che, non potendo partire per mete esotiche anche perché le vacanze natalizie sono appena finite (e qui il primo dogma della buona Madame vieta di andare in vacanza prima di avere smaltito tutti i panettoni accumulati), alla fine io e le mie amiche ce la siamo giocata a modo nostro.

Come dice il buon proverbio: “Donne e buoi, dei paesi tuoi”? Appunto…

E cosa abbiamo di nostrano, nella magnifica Cote d’Azur, che in questi giorni non può che essere un’attrazione irresistibile per delle italiane in libera uscita?

Ma ovviamente i Saldi di gennaio. Un’occasione da cogliere al balzo.

Sales and the City

Non ci crederete infatti, ma proprio “Sales and the City” è la fantastica promozione che la meravigliosa cittadina di Cannes offre a tutte le ragazze che vogliano dedicare tre giorni agli acquisti più sfrenati nella città delle Palme d’oro. Eccoci tornare dunque, di nuovo, alle Palme: gira e rigira, sempre di loro si tratta. Ma le nostre Palme mediterranee sembrano promettere molto di più di quelle di Dubai.

Perché, forse proprio per sbaragliare la concorrenza delle ambientazioni alla Sex and the City, la piccola Ville lumiere del cinema ha deciso di regalare ai noi fashion addicted un weekend da vere star di Hollywood nei suoi lussuosi Boulevard.

Lo spareggio, per questa volta, è sicuramente a favore delle nostre latitudini, anche se è ancora inverno e non viaggiamo in Limousine. Il Golfo della Napoule (detto anche la Baia di Cannes) meglio del Golfo arabo, dunque.

Anche perché, ormai lo avrete già capito dal nome, è un omaggio esplicito alla nostra natura mediterranea, Napoli inclusa. Roba da farmi venire le lacrime agli occhi per la commozione, io che mi sono sempre sentita la reincarnazione mal compresa di Sophia Loren, condannata a vivere in un’altra epoca e ad altre latitudini.

La sapete una cosa? Li avevo giudicati troppo in fretta, questi francesi. Li facevo distaccati, tutti presi dalla loro presunta superiorità culturale e quell’aria a volte un poco snob. Invece mi sbagliavo: ecco riemergere un omaggio esplicito, a cuore aperto (“anima e core”) a tutta la nostra cultura latina, partenopea e persino greca (vedasi l’etimologia del nome Napoule: nea-polis). Un vero pozzo di cultura dunque: chapeau! (Nel caso, mi riferisco a un autentico Borsalino anni Trenta, che ricordi l’omonimo film girato proprio in Costa Azzurra).

Compralo-su-Amazon

Esaltata da questo omaggio alle mie origini italiane, quasi fosse un armistizio che sottendesse ampi messaggi distensivi nel perenne conflitto Italia-Francia (la verità, però, è che non gli è mai andata giù la storia dei Mondiali 2006), ho convinto le mie due amiche che non potevamo non cogliere la palla al balzo, anche solo in senso metaforico.

Pare che la città abbia organizzato in ogni minimo dettaglio incentivi, facilitazioni e addirittura eventi gratis per le signore che desiderino fare shopping nelle sue eleganti boutiques.

Parcheggi gratis, aperitivi gustosi e pure ricchi premi e cotillon per chi riuscisse ad aggiudicarsi al miglior prezzo l’outfit più di grido del momento.

Questo si chiama avere il senso degli affari! Promuovere il turismo, guardare all’innovazione, incentivare la cultura.

In fondo, proprio loro che in materia sono i più all’avanguardia, lo hanno fatto già col cinema (offrendo gratis il biglietto a ogni prima domenica del mese), dunque perché non tentare di fare i pionieri anche con l’Undicesima Musa, italiana per eccellenza, ovvero la Moda?

soldes-foto

Li adoro, lo sapete? Hanno persino adattato la loro legislazione giuslavorista, prevedendo degli appositi permessi per l’emergenza “saldi”, come quelli che ti concedono per andare dal medico o dallo psicologo. Il che la dice lunga su quanto siano più all’avanguardia di noi, in tutto. Si chiama lungimiranza: non è più una mela al giorno che toglie il medico di torno, aggiornatevi! Ci sono casi in cui funziona la pet therapy, altri in cui lo shopping è il giusto toccasana ad ogni male.

Questo, in fondo, non è altro che la versione prêt-à-porter del pensiero Tao, i cui sommi esponenti del calibro di Lao Tzu hanno sempre predicato il famoso “lasciarsi andare”.

Date e dunque retta a me, amiche: cogliete l’attimo fuggente, e soprattutto non fatevi sfuggire il saldo da voi puntato, prima che qualcun’altra se lo aggiudichi al posto vostro.

Nel caso, fatevi sotto e, sempre in ossequio alle filosofie orientali, non esitate a sfoderare la Katana di Beatrix Kiddo senza nessun risparmio di colpi: che vinca il migliore! Fate pure lo scalpo alla vostra rivale qualora minacci di soffiarvi via, da sotto il naso, l’abito prescelto, soprattutto se si nasconde in incognita dietro un impermeabile sospetto e un grande paio di occhiali da sole: sarà il segnale inequivocabile che è una monegasca come voi in libera trasferta. E siccome in certi casi molto delicati non bisogna mai avere testimoni, non siate ingenue: se non lo farete voi, alla prima occasione buona lo farà lei. Spiffererà ai quattro venti che la vostra inarrivabile borsetta YSL, il vanto di ogni vostra serata elegante, era in realtà un normale saldo di gennaio che vi siete aggiudicate al cinquanta per cento!

 

Ma siccome la realtà supera sempre la fantasia, questo lontano pronostico si è praticamente avverato una volta che io, Vicky e Lucrezia siamo arrivate alla nostra ridente meta.

Che voi penserete: ma vivendo a Montecarlo, che bisogno c’è di andare in trasferta per i saldi?

E proprio questo, udite udite, è il punto dolente da non toccare: un vero tabù da queste parti.

Perché non penserete che tutti i negozi si “abbassino” a fare i ribassi di fine stagione. Troppo borghese, quasi proletario, direi… Ed è stato proprio questo l’oggetto di alcune mie gaffes quando ingenuamente, ancora fresca della mia nuova residenza monegasca, mi sono arrischiata a domandare nel negozio di LV (correggo: nel Palazzo di LV) quanto costasse la versione unica di una certa borsetta, dando per scontato che fosse in saldo.

Apriti cielo: mi hanno guardato come un’eretica. Un silenzio di tomba è caduto sulla mia ultima parola, che ho ritirato sommessamente prima che il soffitto si aprisse in due e venissi fulminata dalla folgore di Gio-ve, o di un qualche Gio- Armani della moda. Col rischio di fare la fine di Medusa: il nuovo logo di Versace rivisitato in chiave monegasca: ovvero il mio autoritratto direttamente spiaccicato sui loro foulard! E non era cosa…

Ovviamente non poteva finire lì, come mi ero ripromessa. Avrei avuto la mia rivincita sui saldi di fine stagione, cogliendo al volo la prima occasione utile per rifarmi, alla faccia loro! Per rivalsa, avrei postato su Facebook, Instagram e ogni social network tutte le mie conquiste fatte fuori porta.

Dunque una volta arrivate a Cannes, io e le mie amiche eravamo agguerritissime. La motivazione era a mille, e pure la nostra determinazione non conosceva rivali.

L’esordio è stato eccellente in quanto il parcheggio ce lo siamo subito conquistato gratis, come promesso dalla pubblicità, direttamente sotto al Carlton. Che non è come dire: ti fa sentire la protagonista di film come Caccia al ladro, con la nostra mitica icona (Grace Kelly), l’angelo custode per eccellenza di noi eleganti signore in trasferta da Montecarlo. E senza che ci sia nemmeno il più piccolo alibi per iniziarla, questa caccia alla Pantera Rosa. Perché nessuno di noi è cleptomane e, sebbene amiamo molto la filmografia in stile Colazione da Tiffany (visto che Audrey era di casa), non ci sogneremmo mai di imitare Holly.

Fatto sta che, ispirate dai nostri miti dello spettacolo, ne abbiamo subito approfittato per pavoneggiarci sul Red Carpet nei pressi del Palazzo del Cinema, e da lì abbiamo iniziato la nostra sfilata sulla Croisette.

Cannes-shopping2Inutile dire che sembravamo proprio la versione europea delle nostre eroine. Anche se all’ultimo momento ho deciso di fare le corna alla mia amata Carrie per ispirarmi più realisticamente a Penelope Cruz: del resto Penelope è molto popolare a Cannes, vantando tantissimi premi. Non altrettanto può dirsi della pur brava Sarah Jessica Parker, perciò credo che il cambio ne abbia valso la candela, anzi la palma (d’oro) a mio netto vantaggio. Con la stessa elasticità dettata da un puro pragmatismo, ho poi convinto Vicky a potenziare le sue mèches rosse per esaltare la somiglianza con Shakira. Lucrezia invece era già a posto di suo, potendosi definire la sosia naturale di Cate Blanchett. Eravamo dunque perfette: la mora, la rossa e la bionda.

Irresistibili per il pubblico ancora da conquistare: le commesse di tutti i negozi chic della Croisette.

Senza perdere altro tempo ci siamo quindi infilate nel primo negozio di grido che avevamo in lista. Si trattava di fare fronte, per tutte e tre, a un’urgenza improrogabile: poco più di un mese ci stava separando da San Valentino ma la nostra lingerie, per dirla con un eufemismo, piangeva lacrime amare.

Non avevamo niente di sexy nel guardaroba, roba appunto da fare impallidire la nostra femme fatale interiore. I rischi sottesi a questa mancanza sono ovviamente tanti: per me che sono una mamma passi anche (ma neanche poi tanto: non crediate alle ipocrisie di chi sostiene che gli uomini si prendono solo per la gola…), ma per Vicky e Lucrezia ha dell’incredibile.

Il punto è che i francesi fanno sempre tutto alla grande o niente.

Mica penserete di trovare i marchi italiani salva-coppia o mordi-e-fuggi (o tutte e due le cose) tipo Intimissimi, Yamamay e così via. Introvabili sulle grandi Avenue, men che meno sui Boulevard. Solo nell’angolino più remoto del centro commerciale di Fontvieille sono riuscita a trovare l’ultima volta una di queste boutique. Sembrava un’autentica allucinazione. Prezzi normali (o quasi), qualità media. Un sogno!

Ma questa volta il nostro San Valentino in coming necessitava di qualcosa di molto più raffinée. Come un fantastico soutien gorge à la francaise , tutto dentelle (come viene chiamato il pizzo qui in Francia, perché nella migliore delle occasioni potrai sperare ti venga tolto coi denti: è proprio scaramantico direi, perfetto!…). Ah dimenticavo: non serve a sostenere il doppio mento per il timore di un invecchiamento precoce, ma è il loro elegantissimo reggiseno.

Poi dei fantastici string, tutti raso e pizzi. E in ultimo l’immancabile guêpière con corredo di collant in seta, sa va sans dire!

Vi chiederete allora quale sia, in Francia, la marca più chic del momento? Ma ovviamente quella delle esclusive boutiques di Pain de Sucre. Perché per loro la baguette, si sa, è sacra, e lo zucchero come la panna nei dolci (quasi come il cioccolato), è un ingrediente immancabile.

Dunque eccoci fiondate a caccia di intimo. Elegante e di classe. Insomma: unico, inoubliable, unforgettable. Tanto unico che mettersi d’accordo su chi si doveva aggiudicare cosa al momento giusto non è stata un’impresa facile.

Ma io, Vicky e Lucrezia siamo talmente differenti e al contempo ben assortite che ci è bastato poco per trovare la giusta combinazione per ognuna di noi senza entrare in conflitto. Insomma: tre reggiseni in cerca d’autore, come direbbe Pirandello! Tranne il fatto che non è esattamente andata così.

Certo: noi tre siamo indissolubili, dunque nessuno potrebbe dividerci, figuriamoci le smanie per un intimo, per quanto di lusso sia.

Ma altrettanto non si può dire delle nostre nemiche, con cui vantiamo alcuni conti in sospeso per via del passato. O meglio: parlo in prima persona, giacché le mie amiche si limitano a seguirmi a ruota, per una specie di osmosi chiamata anche solidarietà tra donne, ma la principale colpevole (ovvero il bersaglio nel mirino delle mie rivali) sarei io, lo ammetto.

Compralo-su-Amazon

Fatto sta che i conti in sospeso col passato hanno la capacità di ripresentarsi puntuali come le fatture arretrate, comprensivi di interessi di mora e quant’altro. In altre parole: avendola sempre spuntata in tutte le occasioni mondane del Principato, rubando loro la scena, i fan e potenzialmente persino anche qualche fidanzato, se la sono legata al dito, ovviamente. Assieme agli anelli veri e a quelli tarocchi che indossano con disinvoltura, come le fake eyelashes..

Così, proprio mentre stavo decidendomi a estrarre dallo scaffale dove era riposto il modello unico dell’intimo dei miei sogni, si è materializzata davanti ai miei occhi l’immagine dei miei incubi. In simultanea, praticamente.

Il sorriso mefistofelico di Svetlana! Che, furba come una volpe, agile come una gazzella e veloce come il ghepardo, di cui tra l’altro, molto poco friendly indossava anche la pelliccia (l’unica a non essere fake, ma lei non è mai stata politically correct, lo sappiamo), ha fatto in tempo a planare sulla preda prima di me, soffiandomela via.

Prima ancora che me ne accorgessi, perché quell’altra iena della sua ancella, Patricia high heels, era riuscita nel frattempo a sviare la mia attenzione con uno dei suoi migliori stratagemmi. Spalleggiata dalla terza del mucchio, ovviamente (e chi altri poteva essere se non la finta libanese?).

In pratica, si sono inventate su due piedi (e rispettivi stivali di Mercedeh dai costi proibitivi) una scusa per distrarmi proprio nel momento fatidico. Un “Attention, c’est dangereux!” esclamato con aria allarmata, come se il mio gesto di afferrare la guêpière potesse disinnescare una qualche misteriosa bomba a mano, è stato sufficiente per provocarmi una paralisi momentanea. Risultato: ho desistito dal mio obiettivo. E prima ancora che mi accorgessi a chi appartenesse il falso allarme, e le sue reali motivazioni, era ormai troppo tardi.

Svetlana era già trionfante: era riuscita a soffiarmi l’affare sotto al naso e ora si stava dirigendo verso la commessa per procedere con l’acquisto.

Inutile protestare con la stessa adducendo il mio presunto diritto di priorità, perché le due avevano tutta l’aria di intendersi alla perfezione. Si chiama fidelizzazione del nemico: e contro tale palese scorrettezza nessuna arma legale potrebbe mai funzionare.

Ma, a questo punto, cosa si potrebbe aspettare una Milf agguerrita da una rivale mamma accanita? Le peggiori armi segrete per una rivalsa fulminea, che mi sono giocata tutta a modo mio.

Perciò, mentre lei dava sfoggio di indossare Etro nei suoi migliori vestiti, io avrei dato saggio di citare favole retrò, come Esopo e i suoi migliori miti. Perché il bello di avere un simpatico diavoletto di quattro anni che ti aspetta a casa ogni sera, è che esige che tu gli legga la favola della buona notte. E questo privilegio loro, le arpie, non avrebbero mai potuto averlo: il ripasso costante dei massimi esponenti della letteratura degli ultimi secoli.

Dunque, con un vantaggio non indifferente, avrei potuto muovermi indisturbata sulla mia personale strada della vittoria. Quella dove mi avrebbe condotta una fulminea controffensiva basata su potentissime armi: una sintesi breve ma micidiale delle massime di saggezza tra oriente e occidente. Un blog fusion tutto in salsa italiana, come potrei definirlo.

Di cui protagonisti indiscussi sono due insuperabili cavalli di battaglia: la favola classica della volpe e l’uva e la massima zen dell’attesa sul fiume.

Iniziamo dalla seconda: mai cercarvi da soli la vostra vendetta, aspettate sempre che lei vi si presenti da sola servita su un piatto d’argento. Quello che un famoso detto cinese ha definito con l’immagine iconica di sedervi ad aspettare lungo la riva del fiume per vedere passare, prima o poi, il corpo del vostro nemico.

Ecco: io ho solo un tantino accelerato i tempi di attesa, e anziché sul fiume mi sono seduta sulla sponda di un comodo puff situato proprio nei pressi della cassa. Dove stava giusto passando il corpo (vivissimo) della mia nemica.

Lì, con un colpo da maestra in termini di tempestività, avrei messo in atto la seconda parte del mio piano: trasformare l’agognato trofeo, slealmente aggiudicato da Svetlana e a me sottratto, nell’uva della favola.

lingerieFortuna vuole (trattasi di coincidenze significative, per chi volesse crederci, e vi assicuro: esistono) che in borsetta tengo sempre con me qualche succo di frutta di cui il mio Luchino va matto, con cannuccia incorporata. Rigorosamente da coltivazioni bio, senza zuccheri aggiunti né, tanto meno, coloranti. Ma ciò non significa che non fungano loro stessi da coloranti, soprattutto ove scivolino inavvertitamente sulla lingerie più delicata. Calcolato che solo una mamma esperta, che conosce tutti i segreti del bucato a mano, è capace di restare self confident dopo aver scoperto una macchia di tale portata. (E ci mancherebbe altro: sul punto noi italiane non conosciamo rivali, dopo esserci sorbite per anni il mantra della nonnina “tu sbagli bucato, io uso Ace”…!)

Così ho proceduto. Mentre Vicky e Lucrezia si stavano scambiando sguardi al vetriolo rispettivamente con Patricia high heels e la finta libanese, mantenendo così vivo il contatto visivo, io ho colto l’attimo in cui Svetlana ha appoggiato per terra il “panier” (ovvero il cestino tutto in raso e glitter) nel quale aveva riposto il suo prezioso cadeau per farvi scivolare la mia pozione magica alla fragola.

Con uno splendido effetto cromatico degno del migliore frame di Tarantino: la lingerie color avorio, in misto di raso e seta, si è irrimediabilmente macchiata di rosso rubino. Un vero delirio artistico da crisi di Stendhal (a volte mi stupisco da sola).

Ma essendo riuscita a passare inosservata, l’ho fatta franca.

Così, scoprendo all’ultimo momento che l’oggetto della sua scelta non era privo di macchia, si è scatenato l’inferno. Intendiamoci: escludo il fatto che Svetlana lo abbinasse a un qualche funesto significato religioso, ma comunque sia, credo che l’abbia interpretato, molto più concretamente, in un cattivo presagio amoroso. Il che, essendo quello l’ultimo modello disponibile, l’ha indispettita non poco.

Risultato: come da me previsto, il suo cattivo carattere l’ha portata a incolpare la commessa di essere un’incapace, ed è finita che le due, da grandi amiche quali sembravano, si sono prese a male parole.

A quel punto, gentilissima, ho tolto la povera commessa dall’impasse, mi sono offerta di comprare io la lingerie affetta da una macchia di cui nessuno era però colpevole, e così, oltre all’indiscussa amicizia della commessa, mi sono pure aggiudicata la mia lingerie a un prezzo irrisorio. Tanto conoscevo ogni rimedio per poter far risplendere quel meraviglioso bianco avorio. Che al limite, in base alla mia esperienza, si sarebbe potuto trasformare in un romantico rosa pallido ugualmente irresistibile. Anzi: ancora più a tema col San Valentino.

Perfetto su tutti i fronti, direi.

Volete infatti mettere i prodigi che devo fare per fare ritornare decenti le felpe del mio piccolo frugoletto dopo un’intera giornata trascorsa a scuola e al parco giochi? Non c’è confronto!

Morale della favola:

Chi la fa…l’aspetti.

Perché, in fondo: chi è senza macchia… versi la prima fragola.

Buoni saldi a tutte!

Silvia Alonso

Compralo-su-Amazon