A Montecarlo, nella principesca e spumeggiante città della Costa Azzurra come viene vissuto il Capodanno? Se altrove è tutto un luccichio, potete pensare cosa avviene nella città dei glitter per antonomasia.
Sparkling, come la colonna sonora del Moulin Rouge, con Nicole Kidman e tanti, tantissimi lustrini sui vestiti della festa, innaffiati da una pioggia infinita di bollicine. Perché a Montecarlo sparkling non sono solo i diamanti, ma ovviamente anche i fiumi delle innumerevoli bottiglie di Champagne stappate per i festeggiamenti, oltre agli strass dei preziosi outfit di tutte le Madame locali, scarpe Mercedeh incluse.
Infatti, in nessun posto come nella piccola ville lumiere monegasca, dove bollicine, strass e diamanti sono all’ordine del giorno, la notte di Capodanno viene celebrata con maggior scintillio.
E dunque Signore e Signori: lo scoccare delle mezzanotte è nell’aria, perciò fate attenzione ai nostri cieli, perché da tali parti le stelle brilleranno ancora più luminose e cambieranno persino colore, a ritmo di musica e canzoni indimenticabili.
Un vero e proprio effetto pirotecnico da capo-giro. Anzi: da Capo-danno. Uno spettacolo celeste che somma il meglio degli astri emergenti in fatto di arte stellare – o di guerre stellari – visto che proprio Montecarlo è paladina dello storico concorso internazionale di fuochi d’artificio nei mesi di luglio e agosto.
In pratica, com’è giusto che sia, qui si prende ispirazione dalla nota favola de La Fontaine, e ci si riscalda allenandosi nei mesi caldi per poi offrire il meglio di sé in occasione del gelido inverno, nel cuore dell’evento più mondano che ci sia (il Capodanno, appunto).
Solo che, dopo un primo momento di buoni propositi, la gente del posto deve averci ripensato correggendo il tiro, seppur diplomaticamente (e più o meno con discrezione)… Per dare un colpo al cerchio e uno alla botte, sia alla cicala che alla formica, ovvio. E scegliere di diventare cicale a pieno titolo: e che la metamorfosi abbia allora inizio! Ora sì che ci si può finalmente divertire, bando a inutili sensi di colpa da formica! Perché le formiche mica fanno le cose in grande, si sa!
Banditi dunque eventuali propositi di austerità, ecco l’intero Principato trasformato a festa. Spudoratamente e senza limiti, almeno per questo unico giorno. Musica ovunque, luci scintillanti, champagne a fiumi, gente che balla tutta la notte. All night long, in senso metaforico e reale. Non sto scherzando infatti: coincidenza vuole che proprio Lionel Ritchie sia uno dei cantanti più amati del posto. Dove pensate che abbia tenuto l’ultimo suo concerto proprio lo scorso settembre? Ma ovviamente nella bellissima Marina di Montecarlo, ospite del favoloso, unico e leggendario Yacht Club.
E dunque, sebbene gli italiani qui siano certamente ben integrati, ma spesso trattati con un certo distacco dalla noblesse oblige, proprio in occasione del Capodanno viene rispolverata tutta la nostra mediterraneità possibile, onde poter competere non solo coi fuochi di Dubai, Singapore e Pechino (loro che dei fuochi dovrebbero vantare gli originali copyright), ma pure con una qualche Castellammare di Stabia o una Torre del Greco nostrana.
La verità è che i fuochi di Montecarlo hanno qualcosa in più rispetto a tutto il mondo. Direttamente ispirati da Las Vegas, che con la nostra città sospetto abbia una specie di gemellaggio spirituale (per via del gioco d’azzardo), sono dei fuochi artistici, musicali e pure danzati. Dei veri balletti in aria, delle prodezze acrobatiche fatte di disegni a ritmo di valzer e persino delle musiche più tecnologiche.
Perché anche le coreografie qui, diciamocelo, sono d’autore. Impossibile non conoscere la fama del Balletto di Montecarlo e le coreografie del Maestro Jean Christophe Maillot, che quest’anno proprio in occasione del Capodanno metterà in scena Coppelia.
Con una rivisitazione molto coraggiosa e contemporanea, il noto coreografo si è trasformato nello Spielberg del mondo della danza, esplorando il tema del mito del Pigmalione, (trasportato nel genere della favola con Pinocchio e Coppelia) e proiettando nel futuro un classico di sempre.
La bambola di pezza non è più un essere inanimato che fa innamorare di se’ il suo artefice, ma un automa alla Blade Runner, dalle potenzialità infinite.
Ma finito lo show, è tempo di brindare.
La scelta dei locali in cui trascorrere la prima notte del nuovo anno non è di certo casuale. Men che meno sarà facile: anzi quasi imbarazzante vista l’ampia gamma di feste da sogno proposte ovunque (a costi stellari, ma qui non è un problema).
Immaginate allora di essere Cenerentola. In quella fatidica sera: vi trovate col vostro normale tubino nero (un evergreen: discreto e versatile, con la giusta scarpa décolleté va con tutto) e al collo un semplice giro di perle coltivate. Pronte per salire sulla vostra fiammante Mercedes che vi condurrà alla festa prescelta.
Quale tra le tante? …Aspettate e lo saprete… (un attimo di pazienza, insomma: non ha ancora fatto la sua comparsa la fata smemorina).
Bene: non andrete proprio da nessuna parte! Perché, anche se non sarete ostacolati nei vostri propositi dalla matrigna e dalle sorellastre, un vento funesto potrebbe comunque scagliarsi contro di voi, strappandovi la collana e il vestito. E facendovi sentire l’ultima delle straccione!
Il punto è che qui vige una sottile, invisibile, tacita regola che regna tra le usanze locali. Che funziona da passe par tout per poter accedere incolumi a ogni festa VIP che si voglia.
Mettetela come volete: forse è una sorta di protezionismo del mercato volto a tutelare le boutiques locali, ma il vostro outfit prescelto dovrà essere da urlo e soprattutto rigorosamente Made in Monaco, pena l’additamento a vista. Vietato quindi scendere sotto a una soglia minima di budget previsto per l’insieme di vestiti gioielli parrucchiere manicure e, soprattutto, scarpe.
Il vintage è mal visto. Il riusato è tabù. Il riciclato considerato addirittura fuori legge e pertanto bandito.
Perciò fatevi coraggio: benché in preda alle lacrime non potrete che fare appello alla vostra fantasia più sconfinata. E risolverla, semmai, con la nostra Fata Turchina made in Italy: la mitica Dea Fortuna. Che se sarete italiani vi sorriderà sempre.
A ben vedere, i negozi che vanno per la maggiore a Montecarlo, a parte YSL, Chanel, Karl Lagerfeld (il più amato dalle Principesse) e tutte le griffe dell’haute couture, trattano firme moderne e anticonformiste come Philippe Plein, Forever Unique London et similia.
Bene. Non spaventatevi dunque: la vera moda, per un’italiana verace come me, non può conoscere misteri.
In fondo queste ultime firme (scordatevi le prime) non sono altro che la versione più elaborata di vestiti più semplici come Guess by Marciano, o i migliori Liu Jo del momento. Che con un po’ di buona volontà potrete procurarvi a un prezzo molto più accessibile (e poi rimaneggiare con lustrini a go go coi vostri sarti di fiducia) alle graziosissime boutiques di Ventimiglia.
Eccovelo svelato dunque: Cenerentola e il segreto di Pulcinella! Gran parte delle chiccosissime Madame locali vengono infatti a rifornirsi nei negozi di Ventimiglia, come James Bond quando compie la più delicata delle sue missioni segrete. Ci sono splendidi negozi dedicati agli abiti da cerimonia, altri per la pelletteria e le pellicce, e infine le boutiques per gli abiti da sera!
Così, una volta sistemato il problema vestito, potrete forse cavarvela riesumando l’ultimo Swarovski che vi è rimasto in disuso (e che magari la vostra piccola peste ha fatto inavvertitamente cadere per terra, paillettando il pavimento di cristalli). Intendo dire: le scarpe in strass (paillettes, Swarovski o diamanti che siano) qui sono un must per la notte di Capodanno. Soprattutto nell’ipotesi augurale in cui, avendo comprato in saldo la vostra lussuosissima scarpetta, l’avrete trovata di un numero in più e allora si sa: non c’è soletta che tenga! Perdendo la scarpetta, potreste incontrare l’uomo dei vostri sogni. Nel caso, fate attenzione: bello o brutto che sia, qui si chiama Prince Charmant, non dite che è Azzurro altrimenti, se fosse basso, potrebbe fraintendere e capire che gli date del Puffo. Se invece già è alticcio a causa di qualche bicchiere in più, meglio tacere sul colorito incerto: sbornia che hai, colore che prendi…
Dicevo: sarete allora perfette. Colla alla mano, paillettes e scarpa nell’altra, potrete finalmente dare un degno saggio di ogni vostra prodezza nell’arte del bricolage. Se tutto andrà bene e non vi siete incollate anche le dita (nel caso: è riutilizzabile per applicarvi anche gli eylashes), vi sarete create da sole delle fantastiche Scarpette, versione artigianale e modello unico di Mercedeh, il vero must monegasco in materia.
Ora che potete considerarvi una vera monegasca d’eccezione avrete dunque speranza che la festa a cui siete dirette vi ammetta a pieno titolo. Per la pelliccia, vedete un po’ voi: ecologica o vera, nature o colorata, basta che ci sia.
Ma a questo punto la domanda sorge amletica. Essere o non essere?
Come poter scegliere serenamente tra il Twiga, il Sach, il Jimmy’z, il Beach, lo Yacht Club e tutti gli altri locali, ristoranti o alberghi di extra lusso (Hermitage, Caffè De Paris, Hotel de Paris) che propongono cena e veglione per festeggiare insieme ballando?
Impossibile, onestamente. C’est trop!
Ma siccome Cenerentola, si sa, incarna notoriamente l’archetipo della donna ambiziosa, intraprendente e molto self confident (del resto la fortuna sorride solo a chi sa cogliere l’attimo) direi di puntare proprio in alto.
E cos’altro potrebbe decidere una vera self made woman (qui, soprattutto se straniera, spesso etichettata come arrivista, ma si vede che fraintendono lo spirito della favola…)?
Ovviamente: elementare Watson! La favolosa Salle des Etoiles dello Sporting Club.
Storica sede immaginifica del Ballo della Rosa. Il ballo caritativo istituito direttamente dalla Principessa Grace Kelly per aiutare i bambini più disagiati, a cui ogni anno prendono parte nel mese di marzo VIP e statisti di tutto il mondo.
Che non è come pensate. Per un italiano amante dei noir storici ci potrebbe essere un qualche insidioso richiamo thriller. Il sospetto che un qualche monaco sadico si faccia di colpo vivo (visto che siamo a Monaco, e tra l’altro l’abito fa il monaco) potrebbe prendere forma. Così le coincidenze significative potrebbero condurre alle stelle le probabilità che, proprio nella Sala delle Stelle, ci possa essere il rischio di un qualche complotto in stile Il nome della Rosa.
Ma vi sbagliereste in pieno. Qui Umberto Eco non c’entra niente! C’entra solo la forte eco che è rimasta impressa, incisa a caratteri d’oro, dell’ incomparabile dedizione che la Principessa Grace aveva per le opere di beneficenza. Lei che amava le rose. Lei a cui è dedicato il famoso Roseto di Grace.
E dunque, se riuscirete ad aggiudicarvi il vostro esclusivo biglietto per lo Sporting Club avrete proprio fatto Bingo. Come i VIP dei VIP vi potrete godere uno degli annuali concerti dal vivo che i migliori cantanti di tutto il mondo sono invitati a offrire al pubblico monegasco.
Tra cui gli italiani erano ultimamente in pole position.
Romantici, avvolgenti, solari. Il nostro made in Italy nella canzone è sempre stato celebrato e localmente molto apprezzato. Claudio Baglioni e Laura Pausini sono stati gli astri più splendenti degli ultimi due Capodanni monegaschi, per esempio.
Un’ondata benefica che però, un po’ come avviene con i cicli degli oroscopi, sta ormai cedendo il passo a una nuova tendenza musicale rigorosamente esterofila. Quest’anno infatti è il turno di Nile Rodgers & Chic.
Perché in fondo, quello che conta, è sempre avere l’ultima parola.
Fateci caso infatti: “chic”!
E allora, comunque vada il vostro Capodanno, se anche vi sentite un po’ come Cenerentola, e vestito e scarpette sono frutto di un fantastico incantesimo dell’ultimo saldo, state tranquille: se avete gusto, a Montecarlo farete sempre la vostra bella figura.
È un principio inconfutabile.
Una legge che non è mai stata smentita, nemmeno dalla relatività di Einstein.
Come la conservazione dell’energia!
Qui a Montecarlo, soprattutto a Capodanno, tutto non può che essere che assolutamente, inconfutabilmente, indimenticabilmente … “chic”.
Cin Cin!